dierre house S.r.l.s.

drLa dierre house S.r.l.s. è specialista in impermeabilizzazioni, isolamento, coibentazione e ristrutturazione di immobili, progettazione edile e impiantistica, disbrigo pratiche autorizzative, riqualificazione energetica, deumidificazione e bioedilizia. La società ha sede a Salerno, ma opera su tutto il territorio Nazionale.

La dierre house S.r.l.s. nasce, sulla base dell’esperienza ormai trentennale dei suoi operatori principali i quali hanno già realizzato risanamenti di appartamenti che hanno ottenuto Certificazione dell’Agenzia Casa Clima, con l’obiettivo di dare nuova vita agli immobili, in fase di ristrutturazione, fornendoli di tutte le caratteristiche idonee a renderli attuali come se costruiti ex novo e capaci di interagire e soddisfare tutte le esigenze che il nostro tempo ci offre.

Ci rivolgiamo a quelle persone che sono interessate, oltre ad abbellire esteticamente il proprio patrimonio, a guadagnare come conseguenza di una spesa a volte non voluta, ma obbligatoria e inevitabile, quindi ad intendere la manutenzione del proprio bene come un vero e proprio investimento.

La cosa importante per avviare una ristrutturazione che dia pregio all’immobile, è scindere la stessa in tre capitoli:

  1. opere strutturali,
  2. opere funzionali,
  3. opere ad effetto estetico,

e dare ad ognuno di essi la giusta importanza e concretezza al momento di pensare e progettare un intervento di ammodernamento.

Per opere strutturali, si intendono quelle opere solitamente trascurate o ancor peggio eseguite in maniera superficiale solo perché non hanno alcun valore estetico perché non visibili a fine lavori, ma che sono indispensabili per la sicurezza dell'edificio. Inoltre per preservare le opere strutturali è necessario eliminare le patologie, quali infiltrazioni di acqua dall’esterno, presenza di umidità da risalita, fenomeni condensativi e relativa formazione di muffa e funghi, che possono rendere anche gli ambienti insalubri e dannosi per la salute degli occupanti.

Altro, non meno grave, difetto che la maggior parte delle costruzioni presentano è la scarsa capacità di mantenere termicamente stabile gli ambienti, causando oltre ai fenomeni condensativi, anche un notevole dispendio di energie e costi per il mantenimento del confort desiderato. Pertanto è facile comprendere che quando si pensa ad una ristrutturazione della propria abitazione, non è intelligente dare più importanza alla parte estetica rispetto al risanamento degli ambienti o anche di prevenzione contro quei fenomeni sgradevoli che se si presentano vanno ad inficiare anche tutte le opere di rifinitura che rendono bella la nostra casa. Una buona impermeabilizzazione rende asciutto l’immobile e lo preserva da tutti quei fenomeni di carbonatazione e formazione di salnitro che aggrediscono le strutture in cemento armato dei fabbricati, minando la staticità degli stessi. Una buona deumidificazione e igro-regolazione degli ambienti, con impiego di materiali naturali quali intonaci di argilla, rendono gli ambienti salubri e quindi piacevoli da vivere in maniera del tutto naturale ed ecologica.

Un idoneo grado di isolamento termico contribuisce in modo significativo al risparmio dell’energia occorrente per vivere gli ambienti in totale confort, senza preoccuparsi troppo di contatori di energia, fasce orarie etc.; inoltre, un isolamento termico efficiente e appositamente studiato e personalizzato secondo le caratteristiche dell’involucro da ristrutturare si ripaga in breve tempo sia in termini di effettivo risparmio energetico che di aumento del valore dell’immobile.

Gli edifici costruiti prima dell’entrata in vigore della Legge 10/1991 e del D.P.R. 412/1993, consumavano circa 120 Kwh m²/anno; oggi, possiamo arrivare ad avere edifici che consumano meno di 15 kwh m², cioè otto volte di meno di quelli costruiti venticinque anni fa.

Considerato che la direttiva europea 2010/31/UE prevede che, entro la fine del 2020 per tutti gli edifici ma già dalla fine del 2018 per quelli pubblici o ad uso pubblico ogni nuova costruzione in Europa dovrà essere “a energia quasi zero”, e che un processo di trasformazione verso l’energia quasi zero dovrà essere avviato anche per il patrimonio edilizio esistente, teniamo a focalizzare l’attenzione di coloro che avviano una ristrutturazione del proprio patrimonio verso abitazioni ad alte prestazioni, con un bassissimo fabbisogno energetico anche coperto, in parte o completamente, con le fonti rinnovabili.

Gli edifici a energia quasi zero sono edifici ad alte prestazioni, con un bassissimo fabbisogno energetico coperto in parte o completamente con le fonti rinnovabili.

I sistemi adottati oggi per realizzare l’isolamento termico sono:

  • l’isolamento a cappotto: tale tipo di isolamento è particolarmente efficace perché elimina i ponti termici, trattiene più a lungo il calore interno dell’edificio e ne limita il riscaldamento in estate; lo svantaggio è però quello di limitare gli apporti termici invernali del sole alle pareti con esposizione Sud/Est, Sud, Sud/Ovest. Di fatto questo svantaggio è contenuto, in quanto un cappotto è in grado di ridurre i fabbisogni energetici per il riscaldamento anche nell’ordine dell’80%, mentre l’apporto energetico del sole in inverno è di circa del 10%. La soluzione dell’isolamento a cappotto è inoltre particolarmente adatta alla riqualificazione energetica degli edifici esistenti, in quanto consente lavorazioni esterne senza interferire con la fruizione dei vani abitativi. I cappotti sono rifiniti all’esterno con intonaci a base di resine, armati con fibre di vetro e tinteggiati;
  • l’isolamento a parete ventilata: deriva da quella a cappotto; allo strato coibente si aggiunge uno strato protettivo di materiale rigido (gres ceramico, laterizio, lamiere, ecc.) resistente agli agenti atmosferici, fissato ad armature metalliche che, attraversando il cappotto, vengono sostenute dalla parete. Tra il cappotto e lo strato di protezione s’interpone una camera d’aria ventilata di almeno 2-3 cm di spessore; la temperatura dell’aria nell’intercapedine risulta maggiore sia in estate che in inverno, di quella esterna, ottenendo così una corrente ascensionale dell’aria nell’intercapedine per convezione, con conseguenti riduzioni in estate del flusso termico entrante nell’involucro e mantenendo asciutto il materiale dello strato coibente. La soluzione della parete ventilata è ovviamente più costosa di quella a cappotto, ma è più efficiente. Nell’edilizia residenziale la presenza di numerose finestre ne interrompono la continuità, limitandone l’efficacia e, la presenza dei balconi impedisce l’irraggiamento solare delle pareti sottostanti e quindi all’interno dell’intercapedine non si verificano i moti convettivi;
  • l’isolamento nell’intercapedine dei pacchetti murari di tamponamento è stato fino ad oggi la soluzione maggiormente utilizzata; la coibentazione viene fissata al paramento esterno, lasciando una camera d’aria di 2-3 cm tra il coibente e la parete interna; il sistema ha il difetto di non impedire le perdite di calore dai ponti termici di solaio e di balcone, che quindi vanno risolti con più complessi accorgimenti costruttivi e coibentati.

In conseguenza della posa in opera delle coibentazioni, si riduce però notevolmente la permeabilità al vapore delle pareti e quindi si riduce la possibilità di smaltire l’umidità dell’aria esterna ed interna accumulata; particolare importanza riveste quindi la necessità di ricambiare l’aria negli ambienti abitativi, sia per controllarne l’umidità relativa interna, sia per controllarne la tossicità. Occorre infatti tener presente che, tutti i locali hanno l’aria più umida dell’aria esterna; il corpo umano produce infatti vapore acqueo (sudorazione, respirazione) e le sue attività (cucinare, lavare, ecc.) aumentano la quantità di vapore contenuta nell’aria dell’ambiente. In inverno l’incremento dell’umidità è anche favorito dal riscaldamento, essendo l’aria in grado di contenere in misura crescente il vapore acqueo con l’aumento della temperatura; alla temperatura di 20° C, l’aria contiene 14,7 gr/kg di vapore acqueo, a 10°C, ne contiene la metà, 7,59 gr/kg. Quando il vapore raggiunge la massima quantità contenibile nell’aria in rapporto alla temperatura, l’aria si dice “satura” e, non appena a contatto con superfici a temperatura minore (2° – 3°), cambia stato formando “condensa”, cioè il vapore ritorna acqua; ne consegue umidità sulle pareti e solai e muffe.

Se l’edificio è infatti ben coibentato e ha gli infissi a norma UNI rispetto alla tenuta dell’aria, il ricambio dell’aria negli ambienti per garantire le condizioni igieniche minime di responsabilità non è garantito; per tale motivo la legge 10/1999 e le normative UNI 10339 e UNI 832 impongono il rinnovo dell’aria negli ambienti di 0,5 volumi per ora (minimo) continuativamente nelle 24 ore. L’obbligatorietà di rinnovare l’aria negli ambienti al 50% del volume per ogni ora del giorno produce effetti negativi sui consumi energetici; da cui per il ricambio dell’aria, si utilizzano impianti di ventilazione di tre tipi:

  • impianti di ventilazione meccanica che fanno affluire l’aria esterna attraverso bocchette posizionate sull’involucro dell’edificio (una per vano); estraggono l’aria umida e viziata attraverso bocchette di aspirazione posizionate in cucina e nei bagni. Una ventilazione aspirante espelle l’aria viziata garantendo un ricambio di 0,5 vol/h attraverso un condotto collegato alle bocchette di aspirazione;
  • impianti di ventilazione meccanica igro-regolabile, con il quale al funzionamento uguale all’impianto di ventilazione meccanica, si aggiungono bocchette d’ingresso d’aria esterna che ne limitano la quantità quando il clima è eccessivamente umido (pioggia, scirocco);
  • impianti di ventilazione meccanica a doppio flusso, con i quali, in fase di estrazione, viene recuperato il calore dell’aria esterna prima di immetterla negli ambienti. In questi impianti abbiamo bocchette di aspirazione ed immissione interna agli ambienti senza interessare l’involucro esterno dell’edificio. Questo impianto consente di incidere in misura ridotta sui consumi energetici dell’impianto di riscaldamento ed i costi superiori d’installazione, vengono recuperati dal risparmio energetico che si ottiene.

Per quanto concerne i costi di realizzazione di una casa passiva, possiamo ritenere che rispetto ad una casa tradizionale il costo aumenta intorno l’8 – 12%, ed i maggiori costi sono legati soprattutto alla tecnica di costruzione ed alla scelta dei materiali, ma il valore economico e commerciale dell’edificio è chiaramente maggiore e comunque i tempi di recupero del maggior investimento sono contenuti.

Ritornando, ora, a considerare le diverse possibilità per fare aumentare considerevolmente il valore dell’immobile in fase di ristrutturazione e trasformare la ristrutturazione da spesa a investimento, è doveroso un breve cenno alla possibilità di realizzare una casa attiva o una casa passiva.

  • Si parla di casa attiva per individuare quegli edifici che oltre a disporre di soluzioni orientate al risparmio energetico hanno impianti (fotovoltaici, eolici, geotermici, biomasse, ecc.) in grado di produrre energia sino a sopperire alle necessità energetiche dell’edificio.
  • Una casa passiva è un edificio ad altissime prestazioni energetiche, il cui fabbisogno per la climatizzazione sia invernale che estiva (riscaldamento e raffrescamento) è bassissimo. Questo fabbisogno è talmente basso che è possibile riscaldare o raffrescare l'edificio con il solo impianto di ventilazione dell'aria; espresso in unità fisicamente misurabili questo valore deve essere inferiore a 15kWh/m2annuo. La casa passiva si distingue per altissimi livelli di qualità di vita, grazie ai suoi ridottissimi fabbisogni energetici; questi livelli vengono raggiunti grazie soprattutto all’altissima qualità costruttiva dei componenti utilizzati, denominati appunto “componenti passivi” (per esempio finestre a taglio termico, materiali isolanti, impianti per il recupero del calore, ecc.). L’ aspetto esteriore di una CP non deve per forza essere diverso da quello di una casa definita “tradizionale”; quindi con le costruzioni passive, definiamo uno standard energetico senza limitazioni ai modi di progettare e costruire. Le case passive sono una specializzazione estrema degli edifici a basso consumo energetico; fondamentale in tutto ciò è la fase di progettazione e di risoluzione dei dettagli costruttivi; tali case sono concepite ed ideate affinché i fabbisogni energetici residui, possano essere soddisfatti attraverso l’impianto di ventilazione interno. Il fabbisogno di calore necessario è così ridotto che può anche essere fornito dalle comuni lampade ad incandescenza; per una stanza di 20 m2 sono sufficienti due lampade da 100 Watt ad alta efficienza, persino negli inverni più freddi. 

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